“Parto con Mamma – The Guilt Trip” è uscito lo scorso 19 giugno in DVD, distribuito da Paramount, senza passare dalle sale italiane.
Barbra parla del film in questa intervista esclusiva:
Barbra, in “Parto con Mamma” reciti la parte di una madre iper-protettiva. Quanto di questo personaggio ti rispecchia veramente?
STREISAND: Oh, un pochino. Si prova sempre ad identificarsi cercando le corrispondenze tra sè ed il personaggio da interpretare. In fondo sono una madre a cui piace prendersi cura di suo figlio… ma non è quello che fanno tutte le madri?
Se dovessi decidere tra la musica e il cinema, quale sceglieresti?
STREISAND: Questa è una domanda davvero difficile per me. Spero di non trovarmi mai a dover scegliere tra le due cose.
Seth Rogen è tuo figlio, nel film. La chimica tra di voi sullo schermo è meravigliosa. Cosa hai imparato da lui?
STREISAND: Oh, Seth è un comico fantastico, oltre che un ragazzo davvero carino. Mi ha mostrato cose come il mio account Twitter. Non avevo idea di averne uno! Non avrei mai saputo come trovarlo da sola col mio telefono.
Come ti senti riguardo al fatto di essere etichettata come un’icona gay? E tuo figlio, ti vede come un’icona di qualche genere?
STREISAND: Mio figlio non mi vede come un’icona, ma come una madre che gli carezza i capelli troppo spesso. Mi piace l’idea di essere un’icona per chiunque voglia assumermi come tale, credo nella parità dei diritti.
Hai avuto una carriera incredibile. Che cosa ti dà soddisfazione oggi?
STREISAND: Preferisco le attività intime: adoro filmare e lavorare nel cinema in qualità di regista. Farlo sfrutta qualsiasi abilità sia stata alimentata nel corso della vita: psicologia, creatività, tecnica… è una cosa stupenda.
Perché pensi che “Parto con Mamma” sia così divertente?
STREISAND: Ho avuto a che fare con persone dotate di talento. Ho adorato il film di Anna Fletcher (regia) “The Proposal”, così come il musical scritto da Dan Fogelman (sceneggiatura) “Tangled”. Seth è incredibile in qualsiasi cosa si cimenti. Semplicemente ci siamo trovati tutti insieme al momento giusto.
Questo film ha un perfetto bilanciamento tra commedia e dramma. Cosa è stato più difficile per te?
STREISAND: Mangiare la carne. Per una persona che non mangia carne, è dura. Per quanto riguarda la sfida “commedia vs. dramma”, è uguale. Ciò che conta di più è l’onestà: se ciò che reciti è vero, l’audience lo sentirà. Non penso ci sia una distinzione tra commedia e dramma finché si recitano entrambi con sincerità.
Qual è il segreto del tuo successo?
STREISAND: Non faccio molti film. “Meno è più”. Magari può essere che questo conservi il mistero. E poi mi piace stare a casa e fare tante altre cose, come decorare.
Quanto ti sei consultata con tuo figlio Jason prima di accettare la parte in questo film?
STREISAND: Lui è stato fondamentale in questa decisione. Era ricoverato per un intervento alla schiena, ed io gli portai il copione da leggere ad alta voce in ospedale. Anche suo padre era lì, faceva da pubblico. Jason leggeva le parti di Seth ed io quelle che avrebbero dovuto essere le mie. Credo molto nella sua opinione, ha un ottimo gusto!
Ti piace ancora fare cinema?
STREISAND: Sai, ho recentemente avuto una conversazione con un amico durante la quale abbiamo dibattuto la mia decisione di recitare o no in questo film. Lui mi disse che quello dell’attore è un mestiere, e che come tale va svolto. Ho trovato questa considerazione interessante.
Cosa ti è piaciuto del copione, che ha fatto sì che optassi alla fine per accettare la parte?
STREISAND: Le madri che sviluppano sensi di colpa. Quando lavoravo molto, spesso mi capitava di sentirmi colpevole per non poter andare a prendere mio figlio fuori da scuola, di non avere il tempo di mettermi a cucinare biscotti con lui. Quindi, conosco quella sensazione. Si prova a compensare. Ho dunque pensato che sarebbe stato interessante indagare ancora un po’ l’argomento, in maniera diversa: recitando la parte di una madre che anziché compensare prova ad essere l’amica di suo figlio e non il genitore.
E’ vero che è stato molto difficile per la produzione assumerti?
STREISAND: Sì. Ho detto che non volevo dormire alla Paramount, così ho chiesto loro se potevano costruire il set in un magazzino affittato a non più di 45 minuti da casa mia. E loro hanno acconsentito. In più ho detto che non avrebbero potuto passare a prendermi la mattina – per le riprese – prima delle 8 e mezza, visto che mi piace stare sveglia fin tardi la notte, a volte anche fino alle 2 o le 3. E loro hanno accettato anche questa condizione. Non avevo più scuse, quindi dovevo farlo. Ho anche chiesto ad Anna se avrebbe fatto comunque il film anche senza di me, prendendo un’altra attrice. Ma lei ha detto di no. Ecco un altro senso di colpa che pendeva su di me.
Cosa vorresti che il pubblico porti a casa dopo aver visto questo film?
STREISAND: Vorrei che si sentisse emozionato, che si identifichi, che si senta più vicino ai propri bambini e tanto altro. C’è un’evoluzione e un insegnamento in questo film: entrambi i protagonisti partono in solitudine, incapaci a trovare una compagnia adatta e alla fine realizzano l’importanza del ruolo reciproco. E’ un diverso tipo di storia d’amore.
Sei così bella nel film! Qual è il tuo segreto?
STREISAND: Se sapessi tutte le mie insicurezze!Forse sono un po’ infantile, e la parte bambina di me si riflette sul mio volto.
Tu sai cantare, recitare, scrivere e dirigere le riprese. Cos’è che non sai fare bene?
STREISAND: Non so affatto cucinare. Non so nemmeno come fare un caffè. Però ho preso delle lezioni di cucina… so preparare il soufflé al cioccolato, ma preferisco che lo faccia qualcun altro e poi mangiarlo io. E non mi piace nemmeno fare le pulizie.
Chi è la persona a cui ti rivolgi quando hai bisogno di sentirti dire la verità?
STREISAND: Deve essere una persona soltanto? Mio marito, mio figlio, il mio manager. Credo a molte persone perché mi circondo di gente onesta. Non mi piace essere adulata, mi piace la verità.
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